led convenzione minamata

La Convenzione di Minamata favorisce il passaggio a tecnologie di illuminazione green come i LED.

La Convenzione di Minamata – che prende il nome dall’omonima città giapponese nota per il disastroso caso di avvelenamento da mercurio degli anni ’50 che causò danni neurologici e fisiologici alla la popolazione locale – prevede la graduale eliminazione di prodotti contenenti mercurio. Allo stesso tempo, impone un rapido passaggio a tecnologie di illuminazione eco-sostenibili.

Il trattato internazionale “Convenzione di Minamata” nasce con l’obiettivo di proteggere la salute e l’Ambiente dall’inquinamento da sostanze nocive. Il mercurio è infatti un potente neurotossico che danneggia il sistema nervoso centrale e periferico e anche dosi minime può causare deficit permanenti.

Per questi motivi la Convenzione di Minamata prevede la messa al bando dell’estrazione mineraria e l’eliminazione graduale della fabbricazione e commercializzazione di prodotti contenenti mercurio entro il 2030. Questo avrà un profondo effetto sul mercato delle lampade, in quanto gli attuali modelli a fluorescenza utilizzano mercurio al loro interno: si stima infatti un crollo del 60% nelle vendite di lampade fluorescenti UV entro il 2030.

Nelle lampade a fluorescenza, l’elemento luminescente è il vapore di mercurio a bassa pressione contenuto all’interno di un tubo di vetro. Queste lampade sono utilizzate in diversi settori, come ad esempio nei lettini abbronzanti, nelle trappole per insetti, nei processi di reticolazione di resine, nei processi industriali, quali stampa digitale ed essicazione delle vernici, ed in generale in tutte le applicazioni in cui è necessaria la sanificazione aria, acqua, superfici.
In aggiunta a ciò le lampade tradizionali presentano diversi svantaggi, quali basse efficienze energetiche, con una durata relativamente breve. Per tutti questi motivi, le vecchie lampade fluorescenti UV sono oggi considerate una tecnologia obsoleta e inquinante.
L’avvento dei LED ha rivoluzionato l’emissione di luce ultravioletta, offrendo soluzioni più efficaci, versatili e soprattutto eco-sostenibili.

I LED (lampade a diodi emettitori di luce) rappresentano la naturale alternativa green alle vecchie lampade fluorescenti contenenti mercurio e possono essere utilizzate in diversi settori, come ad esempio per i dispositivi di sanificazione dell’aria e superfici.
I LED sono utilizzati nelle apparecchiature medicali per terapie dermatologiche, sfruttando i LED UV-B per trattamenti dermatologici avanzati.
Lettini e docce abbronzanti di nuova generazione utilizzano sorgenti LED UV-A ed UV-B per un’esposizione più efficace e meno dannosa, evitando i rischi delle lampade fluorescenti contenenti mercurio.
Nell’industria, i processi di polimerizzazione di vernici e resine mediante fotocatalisi sfruttano sempre più LED UV, al posto delle tradizionali lampade inquinanti.
Infine, i LED UV sono impiegati nei sistemi di potabilizzazione dell’acqua che sfruttano la sterilizzazione germicida mediante raggi ultravioletti.

C-LED, azienda del Gruppo Cefla, ha sviluppato negli anni un’approfondita expertise nelle Lampade LED UV da impiegare per la sanificazione nei più svariati ambiti applicativi.

Le Lampade LED UV rappresentano la soluzione illuminotecnica del futuro, in grado di sostituire efficacemente le vecchie lampade fluorescenti al mercurio in ogni ambito applicativo, dall’industria alla sanità. La scelta di questa tecnologia LED aiuta il pieno rispetto dei termini della Convenzione di Minamata, proteggendo l’ambiente e la salute umana dai rischi di una sostanza estremamente tossica quale il mercurio.

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